Il fitness è un sistema. E quel sistema è nostro nemico. Da fuori sono tutti guerrieri del ferro, ma quando ci sei dentro ti guardi intorno e cosa vedi?
Chiappone che fanno zumba, crossfitter che fanno la paleo, gente che si inventa etichette per darsi importanza e un senso di appartenenza: le proiezioni mentali della gente che vogliamo salvare.
Ma finché non le avremo salvate, queste persone faranno parte di quel sistema, e questo le rende nostre nemiche. Devi capire che la maggior parte di loro non è pronta per essere scollegata, per capire che ci si può allenare senza dire tante cazzate e credersi eroi. Tanti di loro sono così assuefatti, così disperatamente dipendenti dal fitness e dalla loro immagine che combatterebbero per difenderlo.
Mi stavi ascoltando, Neo, o guardi la ragazza che fa squat al multipower?
Se non sei uno di noi, sei uno di loro
Chi sono loro?
Esaltat di internet. Si muovono, entrano ed escono da qualunque metodo di allenamento rimanendo integrati nel sistema, cambiando hashtag a secondo della moda di instangram. Il che significa che chiunque non sia stato liberato da noi è potenzialmente un esaltato. All’interno di internet lo sono tutti, e non lo è nessuno. Siamo sempre sopravvissuti nascondendoci e fuggendo da loro. Sono i guardiani, i custodi di ogni boiata, ne hanno tutte le chiavi, per questo spetta a qualcun altro affrontarli.
Cosa cerchi di dirmi? Che posso schivare le loro cazzate?
No. Cerco solo di dirti che quando sarai pronto, non ne avrai bisogno.
La foto di copertina è una foto che ho fatto durante un giro in moto nelle alture nei pressi di Genova, in uno di quei pomeriggi d’inverno in cui non si trova ancora nessuno e ci si può fare un giro tranquillo.
Quel posto mi ricorda sempre di guardare le cose da un punto di vista diverso. Là, in mezzo alla città, ci sono tutte le persone, con i loro problemi, che corrono da un posto all’altro, nel rumore del traffico. Da lassù si vede tutto, ma da una prospettiva diversa: ogni volta mi accorgo di come tutto visto da qui sia in realtà così piccolo. Da lassù la riuscite a percepire quanto conti poco l’idea che avete di voi? Che è solo una maschera che avete con voi quando c’è qualcuno? Da lassù non è così poco importante se il powerlifting sia utile per l’ipertrofia o se sia meglio fare powerlifting geard oppure raw?
Dopotutto guardare le cose da punti di vista diversi credo sia la chiave di tutto, l’interdisciplinarietà delle cose è talmente interessante! Recentemente ho finito un libro piuttosto interessante sul buddhismo, “le cose come sono: una iniziazione al buddhismo comune” in cui ho trovato una metafora che si presta benissimo a questo discorso.

Alcuni ciechi dalla nascita sono radunati intorno ad un elefante. Uno di questi ciechi tocca la testa e afferma “ora so com’è fatto un elefante, è un enorme giara”. Un secondo cieco tocca la zanna ed esclama “Ma non capisci nulla! L’elefante è un enorme aratro!”. Un terzo infine tocca la proboscide “Entrambi state sbagliando, l’elefante è un enorme serpente”. Tutti insomma vedono la cosa da un proprio e ristretto punto di vista e litigano su chi abbia ragione, perdendo di vista tutto l’insieme.
Questa lunga premessa mi è utile per affrrontare il vero fulcro del discorso: il powerlfiting è uno sport difficile?
Negli ultimi anni il powerlifting è diventato un ambiente da cui ho deciso di allontanarmi perché ritenevo che fosse troppo noioso. Limitante! Ultimamente ho abbracciato la filosofia che Bruce Lee riassume in “abbi nessun metodo come metodo”. Mi alleno da 6 a 14 volte a settimana, faccio quello che voglio e sono contento di quello che faccio. Questo mi permette di vedere tutto da fuori da esterno e senza particolari pregiudizi se non quello dell’antipatia verso certe persone che hanno ridotto un bellissimo sport ad un proprio circo personale.
Io amo l’odore di flame la mattina (semicit.), quindi qualche settimana fa ho pubblicato su facebook questo video:
Il fulcro della mia riflessione era uno: se per parlare di powerlifting occorre essere supertitolati, per parlare di questo cosa bisogna essere? Capite bene che un bilanciere va su e giù in una linea retta non sia paragonabile a questi esercizi.
Io guardo questo video e penso: sono cose che non farò mai. Certo certo, anche 500kg di squat non li farò mai, però c’è una differenza: squat lo posso fare. Con i miei kg, con i miei tempi, con i miei limiti, ma posso farlo. Maltese, croci, rondine e tutto quello che fa un ginnastica è semplicemente inaccessibile a tantissime persone! Invece uno squat urlando con qualche kg in più della media della palestra lo può fare quasi chiunque. Mentre squat lo possono fare proprio tutti, salvo patologie.
Il powerlifting quindi è banale? No, no. Con calma. Il powerlifting è semplicemente facile da iniziare.
In questo periodo ho cambiato decisamente modo di allenarmi, sto percorrendo la lunga via dei front lever (che sono considerate la base e già mi ci sto sbattendo da mesi e mesi), la lunghissima via della planche, mi son messo a lavorare sulla verticale… insomma, tante cose a corpo libero che già richiedono allenamenti giornalieri e sono anni luce dagli esercizi che fa un campione.
Lo squat… è quello. Io posso prendere una qualsiasi persona mediamente in forma e, con uno semplice bastone, insegnargli a squattare. Già la pesistica è molto più complicata, perché la coordinazione necessaria per prendere un oggetto da terra e lanciarlo sopra la testa non è da sottovalutare, cosa che invece a mio giudizio fanno tutti quelli da zero si buttano nel crossfit. Ma lo stacco? Persino la pubblicità per il mal di schiena dice che per staccare un vaso da terra devi piegare schiena e ginocchia ed estenderli contemporaneamente.
La ginnastica invece? Come scrissi tempo fa in un altro articolo, nella ginnastica vige il mantra che ‘potete sentire spessissimo “se non si comincia da piccoli, non si arriverà mai a certi livelli”. Perché?
La forza relativa dei bambini intorno agli 8 anni è piuttosto alta rispetto a quella di soggetti adulti, tanto che riescono ad eseguire con relativa semplicemente trazioni alla sbarra. Zatsiorsky riguardo ci tiene a sottolineare come durante la pubertà avvengano due processi concomitanti: da un lato avviene la crescita muscolare (ovvero l’aumento delle dimensioni corporee), dall’altro la maturazione. La prima fa diminuire la forza relativa (con l’aumento di peso), la seconda la fa aumentare. Un corretto allenamento fa sì che la seconda abbia effetti superiori alla prima, tale che la forza espressa non cali, ma anzi migliori con l’età.
Ecco quindi che un bambino, che per natura è relativamente forte, dopo che ha imparato le basi a cui riesce ad accedere più facilmente, deve solo mantenerle con l’allenamento. I movimenti tecnici più difficili vengono imparati quando la forza relativa permette di compiere con facilità determinati movimenti, in modo da fissare lo schema motorio in modo ottimale e, nel corso degli anni, si dovranno solamente migliorare forza e resistenza, avendo già ben fissi tutti gli elementi tecnici.
Si pensi che uno dei più grandi ginnasti del mondo, il russo Dimitri Bilozerchev, vinse il suo primo titolo mondiale assoluto ai Campionati del Mondo del 1983, all’età di soli 16 anni. Pensate inizare a 30 anni da zero. Perché io parlo di soggetti che fino a ieri facevano binge-watching.
Questo concetto si chiama livello di ingresso. Il livello di ingresso nel powerlfiting è bassissimo, richiede di avere la capacità di alzarsi dal bagno e di avere una estensione del braccio sana. Se sapete aprire una porta probabilmente avute tutti i requisiti per fare panca piana.
Il mondo dei pesi è diviso tra chi sottovaluta incredibilmente questo concetto (come ad esempio il crossfit, in cui passi da divano a snatch in qualche settimana) e chi invece lo sopravvaluta incredibilmente (il powerlifting).
Ovviamente fare squat con dei kg importanti non è facile. Così come riuescire ad insegnare squat ad un totale neofita non è affatto facile! Ma chiunque può imparare lo squat. Inoltre sicuramente fare squat con 70kg non è come farlo con 140kg, né come farlo con 210. Il centro di massa cambia, cambia la pressione interna, lo sforzo percepito, la capacità di reggere il volume, ma insomma.. sono cose che si scorprono strada facendo con una semplice cosa: la costanza. Tutte le persone che ho conosciuto che hanno fatto dei kg non lo hanno fatto grazie a nessun tipo di segreto, se non uno: allenarsi per anni, non saltare allenamenti e farsi il mazzo.
E qui ancora di più si concentra la differenza di cui parlavo. Io comincio a fare panca. Faccio panca un anno. Due anni. Tre anni. Se mi alleno bene passo da 100kg a 120kg. Da 120 a 140. Da 140 a 160. Questo è quello che ho fatto io per lo meno. E poi? Poi mi sono stancato. Perché la panca non cambiava. L’avevo imparata tre anni prima e da lì non si era mossa. Ci sono le finezze da sistemare volta per volta, il miglioramento della mobilità, della traiettoria, ma non si è mossa. Si può puntare a fare dei kg o si può puntare ad un gesto. Fare una planche completa non penso sia tanto diversa da puntare a 160kg di panca come difficoltà. Ognuo punta a quello che vuole con costanza e pazienza. In entrambi i casi serve farsi il mazzo, la differenza è che il movimento in uno dei due casi lo impari da subito e ci lavori, nell’altro è l’obiettivo. La difficoltà di arrivare a livelli alti è la medesima.
Guardiamo anche noi le cose come sono facendo svariati passi indietro. A tutti piace credere di far qualcosa di importante per darsi un senso. E’ normale e accomuna tutti. Sapete cos’è altrettanto piacevole però? Battersene il razzo. Fare qualcosa perché piace, faer un passo indietro e guardare le cose dall’esterno. Guardare le cose come sono.
Il motivo per cui il powerlifting deve piacere è proprio perché è facile iniziare a farlo. Ormai in ogni palestra in cui vado vedo qualcuno che si approccia al powerlifting o che si allena in quel modo. Gare o non gare. Ed è proprio questo il bello di questo sport. Che può farlo chiunque. Un gruppo di amici può fondare una squadra e andare a gareggiare.
W il powerlifting.
Goodlift!
Se ti è piaciuto questo articolo e ti interessa imparare a programmare, scopri PROJECT STRENGTH!
Bell’articolo, sicuramente un ottimo (e sincero) punto di vista!
Il parallelismo con Matrix è stupendo.